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Open Gov e trasparenza delle PA, il futuro dell’Italia

Decreto 33 del 14/03/2013

(Di Federica Raccuglia) Trasparenza, diffusione delle informazioni e apertura sono gli obiettivi che il nostro Paese, da qualche mese, è pronto a perseguire. L’Open Gov è stato introdotto in Italia in via definitiva con la legge 134/2012 e con il recentissimo decreto anticorruzione.
Lo scopo è quello di rendere la nostra ritardataria Italia al pari di Inghilterra e America, paesi nei quali l’Open Government è già stato pienamente raggiunto.

Quando si sente parlare di Open Gov si intende un nuovo concetto di governance incentrato su strumenti e mezzi tecnologici che permettono alle amministrazioni di essere aperte e trasparenti nei confronti dei cittadini. Il “governo aperto” consentirà ai cittadini un maggiore controllo sull’operato delle PA, le quali si metteranno completamente a nudo. Apertura e trasparenza saranno obiettivi ancora più perseguibili grazie alla rete, straordinariamente efficace nel veicolare informazioni. Questa promessa, grazie ad Internet, diviene ancora più credibile.

Ma chi è il modello di riferimento del nostro Paese? Sicuramente l’America ed in particolare Barack Obama che si è contraddistinto per la nomina di Vivek Kundra nel 2009 a Chief Information Officer della Casa Bianca. Kundra è stato da subito scelto dal Presidente per il lavoro svolto con l’amministrazione del Distretto della Colombia, introducendo software open source, dati aperti e un sistema di project management. Identiche sono state le mosse del Regno Unito che ha reclutato sir Tim Berners-Lee, informatico inventore del World Wide Web, che si sarebbe occupato di attuare una strategia di rilascio di dati governativi in formato aperto. (Fonte http://www.chefuturo.it/2012/11/open-gov-abbiamo-voglia-di-cambiare-il-tempo-e-adesso/).

La legge 134/2012, con il titolo “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, recante misure urgenti per la crescita del Paese”, risale alla presidenza Monti ed è meglio conosciuto come “Decreto Sviluppo”. L’articolo che ci interessa è il numero 18, appartenente al Titolo II recante “Misure urgenti per l’agenda digitale e la trasparenza nella Pubblica Amministrazione” . Esso impone a tutti gli operatori dei servizi, che firmano provvedimenti di erogazione di denaro nelle PA, di dare piena pubblicità tramite Internet alle erogazioni di denato pubblico. ( Fonte http://www.federalismi.it/document/28082012171025.pdf)

Il 5 aprile 2013 invece è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto trasparenza riguardante “il riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”. Il decreto legislativo n. 33 del 14 marzo 2013 è entrato in vigore il 20 aprile 2013. Esso rappresenta il proseguimento dell’opera intrapresa dalla legge anticorruzione n. 190/2012. Già nel capo I, tra i principi generali, si tenta una definizione di trasparenza, intesa come “accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle PA, per favorire un controllo diffuso sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”. La pubblica amministrazione diviene come una casa di vetro, aperta al libero accesso da parte dei cittadini. Per pubblicazione, si legge nell’articolo 2 del decreto, si intende la pubblicazione nei siti istituzionali di informazioni e dati accessibili da tutti, in modo gratuito e in modo che siano riutilizzabili (art. 3). L’informazione pubblicata deve essere integra, costantemente aggiornata, tempestiva, semplice da consultare, comprensibile, conforme ai documenti originali e riutilizzabile (art.6). È possibile accedere alla sezione dei dati e delle informazioni facendo un semplice click su “Amministrazione trasparente” nella home page deisiti istituzionali(art.9) (Fonte http://www.diritto24.ilsole24ore.com/guidaAlDiritto/penale/primiPiani/2013/04/trasparenza-nella-pa-in-gazzetta-il-dlgs-che-attua-l-anticorruzione.html).
Le amministrazioni devono pubblicare sui propri siti istituzionali i riferimenti normativi con i relativi link alle norme di legge statale pubblicate nella banca dati «Normattiva» che ne regolano l’istituzione, l’organizzazione e l’attivita’. Sono altresi’ pubblicati le direttive, le circolari, i programmi,le istruzioni emanati dall’amministrazione e gli estremi degli atti e dei testi ufficiali aggiornati. Devono sempre essere presenti nel sito i nomi degli organi di amministrazione e gestione, numeri di telefono e indirizzo di posta dei singoli dirigenti. Con riferimento ai titolari di incarichi politici,devono essere pubblicati l’atto di nomina e proclamazione, i curriculum e il compenso degli importi di viaggio pagati con fondi pubblici (Fonte http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2013-04-05&atto.codiceRedazionale=13G00076&elenco30giorni=true). L’obiettivo del decreto è favorire la prevenzione della corruzione, attivare un nuovo tipo di controllo sociale, sostenere il miglioramento delle performance, migliorare l’accountability dei manager pubblici e, come già detto, abilitare nuovi meccanismi di partecipazione tra PA e cittadini.

Indiscutibilmente sono stati proprio i cittadini a richiedere una riforma. In che modo? È da ricordare l’esperienza di “Spaghetti Open Data”, una mailing list di civic hackers, sviluppatori e funzionari pubblici estremamente attiva sul tema dei dati aperti. Alcuni data journalism si sono uniti per creare questa associazione. “Spaghetti Open Data” non è da sola, dato che sono nate anche altre forme di associazionismo come “Diritto di sapere”, che si propone di fornire aiuto legale a cittadini e giornalisti che vogliono ottenere il rilascio di informazioni detenute dalla PA (Fonte http://www.chefuturo.it/2012/11/open-gov-abbiamo-voglia-di-cambiare-il-tempo-e-adesso/) .

Ma riuscirà l’Italia a fare questo grande passo in avanti? Nella carta è stato già deciso, ma nella pratica? Speriamo davvero di si, visti i molti episoldi di corruzione che hanno scosso il Paese. L’innovazione potrà realizzarsi solo con investimenti dedicati, formando il personale con la propensione a utilizzare nuovi mezzi mezzi di comunicazione. Gli interventi legislativi progressivi degli ultimi anni hanno disegnato una sorta di “kit” dell’amministrazione digitale aperta, ma ora è il momento che le parole diventino realtà.

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